E’ stato un cammino meraviglioso Sabato 30 e Domenica 31 Maggio

Un po’ per gioco, un po’ per verificare che le nostre idee sul tracciato del cammino di S.B. fossero praticabili, sabato e domenica, abbiamo percorso il sentiero da noi ipotizzato da Subiaco ad Alatri. La prima parte del percorso, da Subiaco a Trevi nel Lazio la chiameremo “dell’eremita ” perché fa esplicito riferimento al periodo del eremitaggio di Benedetto nell’area dei Simbruini e Trebana. Il secondo tratto che arriva ad Alatri, denominato “origine della regola”, è legato alla Badia di San Sebastiano ed alla presenza di santa Salome in Veroli. Da Subiaco ad Alatri quindi, riscoprendo tradizioni, culture ed ambienti sociali e religiosi, dove anche la natura possiede una sua dimensione spirituale.

L’iniziativa partita dal nostro giovane associato Walter S. ha raccolto da subito la nostra convinta partecipazione. In 12, sei giovani e sei giovani pensionati, ci siamo ritrovati sul bus diretto a Subiaco già alle cinque del mattino di sabato, e alle sette in punto siamo partiti dal Monastero di S. Scolastica.

Il percorso dei primi 12 km ha costeggiato il fiume Aniene toccando la valle dei primi 12 monasteri benedettini ed è stato alquanto agevole. Abbiamo incontrato difficoltà presso Comunacque, luogo di confluenza del Simbrivio con l’Aniene, a causa del crollo del ponte che porta alla cascata di Trevi e che permette di seguire un sentiero nel bosco fino alla centrale Enel.

Sulla provinciale, dopo 2 km dal ristorante di Comunacque, ci siamo incamminati sul sentiero sulla sx.  tra l’erba alta e a tratti con fango, fino ad arrivare a delle mulattiere cementato e per superare le tante delimitazione a filo spinato dei terreni, abbiamo avuto continue aperture e chiusure di cancelletti artigianali, e finalmente siamo arrivati nella parte alta del cimitero di Trevi.

Questo primo tratto di circa 20 km (va verificata l’esatta distanza) è terminato verso le 13,20 presso il salone dei locali del comune, ospitati magnificamente dal Sindaco Silvio G. e dall’assessore Luciano P. e accolti dai nostri dirigenti Simonetti Raffaele e Luciano Martufi, ospitalità che si è protratta nella visita del paese con la guida eccezionale del Sindaco. Il tratto percorso è stata una piacevole immersione in mezzo alla natura di notevole interesse ambientalistico, nelle cascate dove la storia la tocchi con mano, nel paese ben conservato nella sua architettura medioevale di interesse storico-culturale. Abbiamo potuto visitare le notevoli opere d’arte legate alla figura di San Pietro Eremita, santo patrono del paese.

Ripreso il cammino, siamo scesi dall’altra parte della cittadina, così da attraversare tutto il paese, fino ad arrivare al ponte romano di S. Teodoro; da qui siamo saliti senza difficoltà fino alla Madonna della Portella, su un tracciato antico e con vegetazione rigogliosa che ci ha protetti dalla pioggia.

Dalla Portella si scende per arrivare alle sorgenti di Capodacqua, non prima di aver incontrato l’inginocchiatoio di S. Domenico valorizzato da una targa del CAI di Alatri.

Riprendiamo a salire all’interno della valle, purtroppo, deturpata da fuoristrada e quad; il sentiero in alcuni tratti è diventato un profondo fossato e bisogna avanzare scegliendo la parte più transitabile, ma nonostante tutto, mantiene una bellezza naturalistica stupenda.

Si scollina all’arco di Trevi o tre confini; questa è un’opera megalitica quadrata che, per alcuni studiosi, sarebbe precedente al secondo secolo a.C. e sarebbe stata una apertura su un muro di confine tra gli Equi e gli Ernici; per altri, pur mantenendo la stessa funzione, sarebbe un’opera più tarda e, in questo caso, riguarderebbe il territorio dell’antica Aletrium ed il demanio imperiale.

Attraversata la provinciale siamo entrati nei pascoli e nel bosco che dominano la grande valle di ‘Pratalonga’, verdeggiante piano tra Fiuggi e Guarcino; è il luogo in cui le leghe degli ernici s’affrontarono per il controllo di un luogo che voleva dire di sicuro campi coltivati e sbocco probabilmente verso quell’Arco di Trevi che è forse dogana ancor più antica di Roma. Fino a qualche anno fa riserva di foraggio per tanti allevatori della zona.

Per arrivare a Guarcino abbiamo preferito percorrere la provinciale, anziché il sentiero sulla dx, perché stanchi per il lungo tragitto e l’ora tarda. In paese i giovani sono andati ad alloggiare al convento delle suore agostiniani, ottimo! noi meno giovani siamo tornati alle nostre abitazioni.

Alle ore 8 di domenica 31 puntuali per la partenza dalla piazza di Guarcino; da dodici partecipanti il numero è cresciuto a 18; qui abbiamo avuto in Luciano e Anna, ciceroni della cittadina nei vicoli e luoghi di S. B.

Per arrivare a Vico nel Lazio abbiamo seguito la mulattiera superiore, meglio messa e più panoramica, rispetto alla carrareccia che scorre più in basso, e camminato avendo di fronte a noi la superba mole della Monna.

Vico nel Lazio, il paese delle 25 torri, la Carcassonne del Lazio, l’abbiamo attraversata in compagnia del Dott. P. Pica, che ci ha guidato nei splendidi vicoli e alla Chiesa di S. Martino ove è custodita la pregevole opera della Madonna Lignea del secolo XIII.

Il percorso che ci ha portati in località Santissima di Collepardo, è stato attraverso la vecchia via dei frati che univa i due centri abitati, costeggiando il pozzo D’Antullo e le rovine megalitiche di Campostino.

Rifocillati alle fresche acque della fonte in prossimità della chiesa della SS Trinità, siamo scesi sul sentiero LH7, vecchia mulattiera per Trisulti, in direzione capo Rio; il sentiero, soprattutto nella parte che risale dal ponte romano sul rio verso le Cappellette, è molto accidentato. Saliamo comunque senza grosse difficoltà, questa volta sorvegliati dalla Rotonaria sulla sx; il monte è nettamente tagliato a parete, alta nella parte centrale circa 550 m. e di aspetto dolomitico e con i spettacolari e lussureggianti boschi che, partendo dal limite del paese, l’avvolgono.

A Trisulti facciamo pausa pranzo, per poi incamminarci sulla provinciale transitando nei pressi del l’eremo e del primo monastero della località di S. Domenico, fino ad arrivare al ponte dei Santi. Da qui siamo scesi per la spettacolare gola del fiume Fiume, con continui attraversamenti su ponticelli di legno e cascatelle, sentiero LH8 e della transumanza.

Arrivati ai piedi del paese di Collepardo siamo risaliti sul versante ovest dei monti maggiori fino alla località di Cerica sotto un acquazzone; appena scollinato abbiamo preso la mulattiera sulla dx che transita ai margini della grande dolina carsica (buco la volpe) e per una ripida e lunga discesa ci porta in località Carano nel comune di Alatri. Dopo la chiesetta e il ponte moderno sul fiume Cosa, si sale fin sotto il cimitero di Alatri, per arrivare alla porta S. Pietro. Ad attenderci il presidente dell’associazione Carlo Fragomeni e Luigi Scerrato.

I due giorni certamente hanno messo a dura prova le capacità di resistenza di tutti, percorrere circa 70 km, con percorsi accidentati, in particolare il primo giorno, è faticoso e, ovviamente, non può essere proponibile ad una platea più vasta. Correttamente la distanza è consigliabile percorrerla in tre giorni.

Lo spirito positivo instauratosi da subito nel gruppo, la bellezza dei luoghi attraversati che si snodano per molti sentieri montani, monti ricchissimi di acqua e sfruttati per questo sin dall’epoche più antiche, passando per le cittadine tipiche locali, sono stati il carburante vero della camminata. Il giudizio dei partecipanti è molto positivo e lo straordinario percorso benedettino offre moltissimi spunti per un pellegrinaggio interiore o per chi ama cimentarsi in una esperienza singolare.

Un’esperienza indimenticabile!

Hanno fatto il cammino: Walter (ispiratore), Claudia, Natalia, Michela, Anna, Antonello, Paolo, Simone, Massimo, Franco (la Guida), Aurelio, Luciano C., Luciano M., Luciano F., Alberto, Mario, Carlo, Massimo, Cesare, Silvio.

Alatri li 4-6-20

Associazione ‘Alle Origine del cammino di S. Benedetto’

Coordinatori gruppo Tecnico/Operativo

Silvio C.         Luciano M.